E’ il passo sulla lastra di luserna che consente il guado alla piccola pozza a chiusa del vialetto dei lauri e delle rose e delle arcate in rami di salice.
A più di una persona è capitato su quella pietra di sentire qualcosa, un fremito, un’incertezza, una piccola sospensione: così inizia lo spettacolo al giardino delle stanze sonore.
E superata l’acqua ciò che si pensava apertura, via, non lo è più e non perché manchi la rotta: distrae il crepitio dei passi sulla ghiaia, non ci si accorge dell’aria sottile che camminando a poco a poco penetra e allenta.
Un modo per scoprire questo giardino é muoversi come un pappo di pioppo, rendersi leggeri e volanti quindi, consapevoli che un semplice petalo che cade può decidere la natura dell’incantesimo. A chi si sposta senza binario, per non deragliare, basta individuare i resti di quel parco di villetta borghese, nato decenni…
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